venerdì 18 ottobre 2013

Roma-Napoli: quando l'antipasto vale più di tutto il pranzo

Due settimane dopo l'ultima volta, con  in mezzo gli insuccessi azzurri, torna finalmente il campionato. E questa, in sé, è già una notizia. Ma se poi il campionato decide di ritornare con Roma-Napoli, ovvero col botto, allora siamo di fronte ad un momento bello ed importante, non decisivo ma sicuramente indicativo nella storia di questa stagione calcistica.

La sfida tra giallorossi e azzurri vale tanto, tantissimo. In termini squisitamente pratici, perché le squadre in campo sono rispettivamente, e meritatamente, prima e seconda della classe. In termini storici, perché riapre dopo un'infinità di anni la strada di vertice a due realtà fondamentali per il calcio italico. In termini futuri, perché designa e designerà, col risultato finale, la prima vera antagonista al monopolio juventino sul campionato.

Abbiamo taciuto tanti altri motivi di interesse: la storica e malinconica (negli anni ottanta giallorossi e azzurri davano vita al gemellaggio più bello d'Italia) rivalità tra le tifoserie, il duello tra due allenatori nuovi per i nostri lidi (il Benitez dell'Inter è poco più di una parentesi), la sfida tra Florenzi e Insigne e Totti e Higuain, ovvero il nuovo che avanza e i top player su cui fare affidamento. Mille sfaccettature per un incontro-kolossal, che avrà un Maradona in più sugli spalti e indirizzerà e rintuzzerà la corsa al titolo delle due squadre che più hanno impressionato in questo primo scorcio di stagione.

L'analisi tattica fa presagire un incontro da tripla, incerto anche sullo svolgimento. Potrebbe essere scintillante e ricco di gol quanto privo di emozioni e parente stretto se non gemello di uno zero a zero. La Roma, in questa stagione, non ha mai affrontato una squadra come gli azzurri, ovvero orientata al possesso palla e agli interscambi di posizione in ogni zona del campo. E soprattutto, non ha ancora incontrato una grande squadra che offenda in questo modo: l'Inter di Mazzarri ha preso tre gol a San Siro perché non è, o non è ancora, una squadra in grado di gestire una partita. La Roma attendista di Garcia l'ha infilzata praticamente in casa sua, nelle praterie invece più affini ai nerazzurri, quelle del contropiede. Il nuovo Napoli di Benitez, invece, è parsa una squadra in grado di gestire il pallone per novanta minuti, di offendere indifferentemente al centro o sugli esterni (un peccato, in questo senso, il forfait di Zuniga) e che soffre solo quando è costantemente attaccata, vedasi Londra con l'Arsenal e il quasi dominio nella prima di Champions col Dortmund, squadra per caratteristiche simile ai giallorossi edizione 2013/2014.

Insomma, prepariamoci in ogni caso ad un grande match, che rispolvera il valore un po' scaduto della nostra Serie A e riconsegnerà al grande calcio, e presumibilmente alla lotta scudetto, due piazze reduci da troppi anni di delusioni e o vittorie solo accarezzate. L'antipasto migliore per il ritorno del campionato. Un antipasto che vale più del pranzo intero...

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