domenica 27 ottobre 2013

Napoli-Torino: il commento

Non sarà ricordata come una delle più grandi partite azzurre, questa interna col Torino. Eppure, è attraverso gare come questa che si costruiscono le grandi stagioni. Due a zero in surplace, con doppietta del Pipita Higuain su calcio di rigore, e tre punti portati a casa con la semplicità della grande squadra.

Sintesi veloce ma performante, efficace, cinica. Tre aggettivi che possono tranquillamente calzare anche al Napoli del lunch match visto contro i granata: il merito principale di Benitez è quello di aver saputo iniettare negli azzurri la mentalità della squadra di rango, capace di mettere spalle al muro l'avversario senza ricorrere ad assedi e o sfuriate. Con la classe, la calma. Qui sta il Napoli performante dei primi minuti. Poi c'è l'efficacia, che nasce dall'ormai completo inserimento del folletto Mertens negli schemi: è suo il palleggio volante che costringe l'ingenuo Bellomo a sgambettarlo in piena area. Rigore sacrosanto, trasformato da Higuain. Poi c'è il cinismo, che ti porta a non cristallizzarti nel vantaggio ma a cercare senza ossessività il raddoppio. Il secondo rigore nasce da questo atteggiamento, nuovo per gli azzurri, e insieme dalla pochezza offensiva del Torino, assolutamente azzerato dal vantaggio azzurro. Il fischio per il fallo di mani a Glik è dubbio se non quasi inesistente, ma Higuain non si fa intenerire e trasforma ancora.

Da qui, fine della cronaca e inizio dell'analisi. La partita vera finisce qui, perchè il Torino sceso al San Paolo sperava di emulare il Sassuolo e costringere gli azzurri agli assedi finali sul punteggio di parità. Nulla di tutto questo, per i motivi sopra descritti e per la capacità tutta nuova del Napoli di aggirare le difese con la forza di un gioco vario e multisfaccettato, e non più tramite il solo ritrito spartito. Gara condotta in porto con la calma dei forti, con un terzo gol ripetutamente sfiorato e con la quasi totale inoperosità di Reina e pacchetto difensivo. Gli unici pericoli portati dal Torino sono nati da tiri da fuori e o da momenti estemporanei della gara.

Gli uomini in campo, nonostante la sfida di Marsiglia nelle gambe, hanno risposto benissimo alla sollecitazione della terza gara in poco più di una settimana. Mertens ancora tra i migliori, bene anche Inler e Albiol. Un po' arruffone Insigne, mentre i top player Hamsik e Higuain vivono un letargo vigile: il primo, in un periodo di scarsa brillantezza, si insinua nelle trame ma non graffia, il secondo paga ancora l'infortunio ma gioca per la squadra e fa il suo dovere dal dischetto. Buone notizie dalla difesa, o meglio, da ciò che ne rimane: Armero deve solo aggiustare i piedi, Fernandez è apparso un pizzico più sicuro.

Sotto col tour de force, ora: c'è la super-Fiorentina da affrontare, e non sarà facile. La squadra viola opporrà agli azzurri il suo gran gioco e il momento di forma mista ad euforia dopo tre ottime vittorie consecutive. Si scende in campo a stanchezza pari (anche la squadra di Montella è impegnata in Europa) e col conforto di una classifica che, Roma a parte, non è scintillante solo per l'inghippo-Sassuolo. Ma c'è tutto il tempo di rimediare, e le promesse per farlo ci sono proprio tutte.

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