giovedì 10 ottobre 2013

Mercato Napoli: non facciamoci abbagliare dalle figurine

Nei giorni silenziosi della pausa-nazionali, ecco rifiorire, come d'incanto, le voci di mercato. La Juventus e i rinnovi di Pogba e Pirlo, le manovre milaniste per rassettare la squadra, l'Inter di Thohir che compra tutto e tutti e la Roma che aggiusta una squadra dopo l'inatteso start-up da vertice.

E infine, il Napoli. Concentriamoci sugli azzurri.

Mille nomi, nonostante l'ottimo inizio di campionato e la Champions bifase, meravigliosa col Dortmund e pessima con l'Arsenal. Proprio da questo ruolino di marcia a doppia faccia, forse, nascono necessità e volontà di potenziare ancora la squadra a disposizione di Benitez in vista della finestra invernale di gennaio. L'analisi è chiara, semplice: il Napoli non ha ancora la profondità necessaria per gestire agevolmente il doppio impegno, dato il noviziato di alcuni interpreti sui grandi palcoscenici Champions (e le otto partite di due anni fa non fanno primavera, restano comunque una manciata di apparizioni e nulla più) e la non eccelsa qualità della panchina. Vedasi lo spaesato Fernandez, l'irriconoscibile Armero, il genrosissimo ma fuori categoria Mesto e gli ancora timidi approcci di Mertens e Zapata. Detto in soldoni, il Napoli pecca di esperienza e personalità in difesa, manca di un esterno basso di ricambio e di una prima punta, se non all'altezza di Higuain (difficile trovarne al mondo), almeno in grado di non far mangiare le mani in caso di forfait del Pipita.

I nomi del calderone mediatico sono variopinti, molteplici: il discepolo di Benitez Skrtel, El Jefe Mascherano, l'ex desiderio del Milan Paulo Henrique Ganso e il giovane Balanta del River Plate, oltre a Bergessio e alla suggestiva ipotesi-Denis come vice Higuaìn.

Tutte ipotesi diverse, particolari e fondamentalmente giuste. Tutte ipotesi che non rispondono, però, ad una strategia coerente o tantomeno comprensibile. Bergessio e Denis sanno di usato sicuro, Balanta profuma lontano un miglio di scommessa, e il prezzo esoso (valutazione di quindici milioni) non aiuta. Ganso necessita di rilancio dopo un periodo di silenzio, Skrtel e Mascherano sono due "semitop-player", titolari in squadroni come Barcellona e Liverpool e soprattutto depositari di un ingaggio stellare.

A questi nomi, dopo l'analisi a freddo, manca quindi il seme progettuale tanto caro al presidente azzurro. Avrebbe senso spendere un paio di milioni per riciclare poi calciatori come Denis o Bergessio in qualche trattativa l'anno prossimo (Calaiò lo scorso gennaio come precedente illustre)? Oppure sarebbe meglio pagare una decina di milioni per un altro giovane alla Balanta senza avere la certezza della resa (Zapata come roba fresca, Datolo o Fernandez o Edu Vargas come esempi d'annata)? O ancora inserire giocatori di valore internazionale come Skrtel o Mascherano pagando cifre esorbitanti per cartellini o ingaggi, col rischio anche di rompere gli equilibri interni?

Queste idee non convincono del tutto. Se il Napoli vuole crescere, ha bisogno di calciatori affidabili, pronti sin dall'arrivo a Castelvolturno. Non di figurine o scommesse. Proviamo a snocciolare qualche nome: un Astori per la difesa, un Nainggolan o un Candreva per il centrocampo, una suggestione-Barrios, ex Pantera paraguaiana del Borussia Dortmund per l'attacco. Merce rara perchè di qualità, costosa ma di sicuro rendimento.

Avrebbe senso spendere almeno una trentina di milioni per un paio di questi nomi per poi rivolgere alla squadra la fiducia più cieca. Forse sì, dato che proprio una fiducia di questo tipo verso la totalità dell'organico è l'ultima cosa che manca al Napoli per spiccare il volo verso la gloria...

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