martedì 8 ottobre 2013

Lazio e Fiorentina: l'Italia che ride (e spera) in Europa League

A noi italiani l'Europa League è indigesta. Non trionfiamo nella seconda coppa europea dal lontano 1999 (vittoria del Parma di Crespo, Cannavaro, Veron, Thuram, Buffon...), e in quattordici anni abbiamo messo insieme due semifinali in tutto (Parma 2005 e Fiorentina 2007). Sarà stato il minor prestigio del torneo, sarà lo spostamento al giovedì sera con conseguente taglio dei tempi per la preparazione alle gare del week-end di un campionato difficile come il nostro, sarà che era finito il ciclo dopo l'ingordigia tra fine anni ottanta e novanta (1989-1999: undici edizioni, otto vittorie e tre volte un derby italiano in finale). Sarà quel che sarà, ma intanto il quarto posto Champions è finito in Bundesliga, campionato meno articolato ma sicuramente meglio organizzato del nostro.

Eppure, quest'anno, il vento può cambiare. Il tricolore può tornare a svettare sulla seconda competizione europea anche al di là della finale in programma allo Juventus Stadium nel prossimo maggio. Merito delle due compagini in lizza per l'Italia, Lazio e Fiorentina. La terza, l'Udinese, ha già pagato dazio nell'insormontabile (per le zebrette friulane) scoglio dei preliminari, troppe volte poco clementi con Guidolin & co.
Partiamo dai biancocelesti.

L'esultanza di Floccari e compagni dopo la rimonta col Trabzonspor











Dopo l'ottima figura dell'anno scorso (eliminazione ai quarti per sfortuna da infortuni e fattori contingenti, vedasi arbitraggio "casalingo", contro i turchi del Fenerbache), i quattro punti in due partite, conditi da super-rimonta a Trebisonda col Trabzonspor, fanno della squadra di Petkovic una sicura protagonista del torneo. Il girone, dopo il pareggio in Turchia e data la consistenza alla gommapiuma delle concorrenti, pare praticamente archiviato. Il doppio turno con i ciprioti  dell'Apollon Limassol, una formalità sulla carta, certificherà con largo anticipo il passaggio ai sedicesimi dei detentori della Coppa Italia, impegnati poi a prendersi il primo posto nel ritorno all'Olimpico con la squadra turca, all'ultima tappa del girone. L'esperienza maturata lo scorso anno tornerà utilissima per il prosieguo del torneo, anche se l'undici titolare quasi inalterato rispetto alla Lazio 2012/2013 e le difficoltà legate ad infortuni (vedasi i lungodegenti perenni Klose e Radu) potrebbero, come l'anno scorso, costare una flessione nel momento topico della competizione. Se Petkovic riuscirà a dosare bene le forze, e a spremere tutto il succo da due campioncini in erba come Perea e soprattutto Felipe Anderson (abbagliante in Turchia all'esordio da titolare), il doppio impegno campionato-Europa League potrà essere gestito con sagacia, trasformando la Lazio in una vera e propria mina vagante nel tabellone che porta alla finale di Torino del prossimo maggio.

Montella e i suoi.


Il matchwinner di Dnipropetrovsk Ambrosini combatte con due giocatori della formazione ucraina.













La vittoria su un campo ostico come quello di Dnipropetrovsk (chiedere al Napoli di scena l'anno scorso in questi lidi) lancia i gigliati nell'olimpo di questa Europa League. Intanto la Fiorentina è al comando del girone, a punteggio pieno e con cinque punti di vantaggio sulla terza. Poi, per meriti di gioco, impianto di squadra e capacità di combattere, Montella e soci si ritrovano a godere dei favori dei pronostici assoluti dell'intero torneo. La pochezza di Pacos Fereira e Pandurii permetterà difatti ai viola di giocarsi il girone in surplace, per poi presentarsi a febbraio con un plausibile primo posto, un Mario Gomez in più e la possibilità, intanto, di aver potuto recuperare con calma i punti sacrificati in campionato alla ragion di Europa League. A sostegno di queste parole al miele per i ragazzi di Montella, innanzitutto, l'esperienza internazionale dei senatori: Ambrosini, Gonzalo Rodriguez, Borja Valero e proprio Mario Gomez sono dei califfi per l'Europa League. Aggiungiamo la condizione  ancora da massimizzare di Pepito Rossi, il bel gioco tipico della squadra viola e una insospettabile profondità della rosa (pensate al recuperato Vargas, a Joaquin, Vecino, Mati Fernandez, a Commper, Savic e Ilicic), ed ecco servitovi l'identikit di una perfetta candidata al trono dell'Europa League.

Fiducia nelle due italiane, quindi, anche perchè le altre contendenti non sembrano all'altezza delle squadre delle ultime edizioni. Il solo Tottenham è parso di categoria superiore, mentre le spagnole Siviglia e Valencia sono due buone squadre e nulla più. E' vero che abbiamo iniziato a fare i conti senza l'oste (le terze dei gironi di Champions entrano in gara da Febbraio), ma è vero pure che se il buongiorno si vede dal mattino, questa Europa league 2014 può finalmente tornare a sorridere anche ai figli di Dante e Colombo.

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