domenica 20 ottobre 2013

La Juventus che non ti aspetti

Volevamo uscire domani col nostro consueto Day After, ma l'eccezionalità della domenica ci impone di aprire subito una riflessione. Ovviamente, sulla partita principale della giornata, l'incredibile vittoria per quattro a due della Fiorentina sulla Juventus.

Cominciamo col dire che è stata una partita da rifarsi gli occhi. Per tutti, al di là di colori e fedi. La partita è stata bella per il suo svolgimento, per il suo improvviso sconvolgimento, e perdonateci il gioco di parole assonanti. La Juventus è stata premiata forse oltremodo nel primo tempo, con due episodi di ingenuità colossali della Fiorentina modalità difensiva, per poi pagare la legge del contrappasso nella ripresa e vedersi scaricata addosso la pioggia di tecnica e gol firmata Pepito Rossi. Un blackout clamoroso, quindici minuti incredibili date soprattutto le qualità storiche dei bianconeri di Conte, concentrazione, grinta e capacità di non mollare mai.

Proprio quello che è venuto meno in un match che pareva già archiviato, come insegnavano i campionati precedenti. Da qui il titolo: questa Juventus, forse, comincia a pagare l'eccessivo carico di tensione psicologica somministratole da Conte a partire dall'estate 2011. Non è più una squadra in grado di stritolare di forza l'avversario, non riesce più ad aggredire con le consuete veemenza e ferocia agonistica. Neanche nel primo tempo, conclusosi sullo zero a due: la partita viveva sul filo dell'equilibrio, con due squadre poco propense a svolazzi offensivi . La Juventus non azzannava come suo solito, e paradossalmente sarebbe stato meglio, per i bianconeri, non terminare il primo tempo in vantaggio. In modo da ripetere le gare con Chievo, Verona, Inter, Galatasaray, Copenaghen, e usare la rabbia dello svantaggio o della partita da sbloccare per rimettere in carreggiata il risultato. La Juve che non ti aspetti sta proprio in questo: in un'incapacità tutta nuova, per la squadra di Conte, di gestire una partita senza la necessità di essere feroci nella rincorsa, fieri nella rimonta, senza la pressione addosso. Se poi energie fisiche e mentali, ancor più prosciugate da due anni vissuti al massimo, vengono meno, ecco partite incredibili come questa.

I meriti viola, poi: la partita era compromessa, autolesionata dai due strafalcioni di Rodriguez e Cuadrado. Montella l'aveva preparata bene, per poi vedersela sfuggire di mano solo per errori tecnici. La peggior situazione possibile per una squadra di calcio Eppure, è bastato un episodio singolo per riaprire i giochi. I viola sono tornati in partita in un batter d'occhio, e Rossi ha saputo caricarseli sulle sue spalle grosse di tecnica e capacità realizzativa. La sfrontatezza di Montella, con quel demonio di Mati Fernandez e l'ingresso anche di Joaquin ha fatto il resto. Da qui l'indelebile quarto d'ora della rimonta, da qui la tripletta di Pepito, da qui il gol di un Joaquin finalmente recuperato alle sue migliori espressioni. Istantanee di un pomeriggio da sogno colorato di viola. Polaroid di un incubo per la Juventus...

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